Entomofagia, ovvero: che ne dici di uno snack di insetti?
Non è un’idea così innovativa: gli insetti sono uno dei cibi più antichi della storia. Eppure da qualche anno a questa parte l’entomofagia è considerata una delle nuove frontiere dell’alimentazione mondiale. Sempre che si riesca a convincere gli scettici a mangiarli, superando il cosiddetto yuck factor (“fattore bleah”). Ma perché gli insetti sono tornati così alla ribalta... fino a salire sulle nostre tavole?
Una tradizione mai abbandonata
Innanzitutto, abbiamo smesso di mangiare insetti solo in una piccola parte del mondo, e solo per ragioni di comodità. Quando gli insetti sono pochi e piccoli, cacciarli uno ad uno è molto più dispendioso rispetto a allevare (e macellare) una pecora nel prato accanto alla tua capanna.
Ma in molte aree tropicali, dove gli insetti sono di grandi dimensioni, abbondanti e presenti nell’arco di tutto l’anno, costituiscono ancora una fonte di nutrienti estremamente apprezzata. Le ricette tradizionali di Messico, Colombia, Corea, Thailandia (oltre a una buona parte dell’Africa) includono insetti di ogni tipo: e non perché manchino altri cibi più gustosi, ma proprio perché sono buoni e nutrienti.
La frontiera della nutrizione sostenibile
Nutrienti, e non solo: gli insetti hanno anche l’indubbio vantaggio di coniugare una straordinaria varietà e qualità nutrizionale ad un basso impatto ambientale. Sono universalmente considerati una ottima fonte di proteine, con contenuto sul peso secco variabile dal 25 al 75%, e un profilo amminoacidico comparabile a quello della carne. Proteine oltretutto “a basso costo”, perché gli insetti essendo a sangue freddo hanno una maggiore efficienza metabolica nella trasformazione del cibo in proteine. Ad esempio, i grilli richiedono 1/12 del cibo necessario a un esemplare di manzo per produrne la stessa quantità.
C’è un fattore interessante poi da considerare: essendo mangiati spesso interi (a differenza degli animali da allevamento), gli insetti presentano spesso un profilo nutrizionale particolarmente completo, che include grassi, fibre (la chitina del carapace), vitamine e micronutrienti.
Sicurezza: lavori in corso
La sicurezza di un alimento, soprattutto di origine animale, dipende dalle modalità con cui è allevato, processato e conservato. Gli insetti non fanno eccezione. L’European Food Safety Authority (EFSA) classifica gli insetti come Novel Food e come di norma è attiva da anni nella profilazione dei rischi legati al loro consumo, con attenzione particolare all’allergenicità e al potenziale rischio microbiologico. I lavori per definire le modalità di consumo migliori e più sicure delle varie specie sono ancora in corso; intanto, proprio nel 2021 è stato pubblicato il primo documento di risk assessment dove si attesta la sicurezza del consumo di Tenebrio molitor (la tarma della farina) essiccato e opportunamente processato.
Spiedini di termiti e cavallette fritte?
Probabilmente in occidente l’utilizzo di insetti come alimento sarà comunque diverso dal modo spettacolare in cui ce lo immaginiamo. Piuttosto che una torta salata di larve del mopane, mangeremo probabilmente i nostri soliti cibi (biscotti, pane, snack) arricchiti con farine di insetto: difficilmente distinguibili dagli originali, ma con una marcia in più dal punto di vista nutrizionale. Oppure - perché no? - dopo la già nota carne vegetale, passeremo alla carne ricostruita con proteine di insetto. E chissà quali altre novità porterà il cibo a sei zampe!