UNA RISPOSTA ALLO SPRECO ALIMENTARE

Quando parliamo di spreco alimentare facciamo riferimento allo scarto da parte dei venditori e dei consumatori di prodotti che non corrispondono a uno standard ideale. Vengono esclusi per ragioni economiche, estetiche o perchè in prossimità della data di scadenza prodotti che sarebbero ancora commestibili.

Il valore dello spreco alimentare in Italia vale quasi 16 miliardi di euro all’anno e lo spreco a livello domestico è tra il 60% e il 70% del totale.

Per limitare questi sprechi dal 14 settembre 2016 è entrata in vigore la cosiddetta norma “anti-sprechi” la cui prima firmataria è stata l’onorevole Maria Chiara Gadda, da qui il nome “legge Gadda”.

Lo scopo della legge è quello di ridurre gli sprechi in ogni fase della filiera agro alimentare attraverso la promozione di comportamenti virtuosi e la realizzazione di obiettivi prioritari. Si incentiva il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari limitando l’impatto ambientale.

È in parte ciò che si propone di fare anche il Contest Miglior Ricetta RicibiAMO.

Questo progetto, promosso dall’associazione Piace Cibo Sano, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e il Centro di ricerca per lo Sviluppo Sostenibile OPERA è giunto a febbraio scorso alla quinta edizione. Attraverso la raccolta di ricette antispreco vuole diffondere buone pratiche di sostenibilità alimentare promuovendo l’utilizzo di risorse che solitamente siamo abituati a “scartare”.

I partecipanti al contest appartengono a tre diverse categorie: futuri giovani chef, chef professionisti e chef di casa (come potremmo essere tutti noi). Per ognuna di queste categorie viene eletta la miglior ricetta anti-spreco sostenibile che viene giudicata sulla scelta delle materie prime, quindi in che modo i partecipanti valorizzano parti meno “nobili” che normalmente non vengono usate, sui metodi di lavorazione e di cottura a basso impatto ambientale (un esempio ne è la cottura in pentola a pressione) e sulla valorizzazione dei prodotti locali. Oltre a questi aspetti ogni partecipante può aggiungerne altri che ritiene in linea con la finalità del progetto.

Durante la quinta edizione i partecipanti hanno voluto sottolineare con le loro ricette l’importanza della sostenibilità a livello sociale. Hanno infatti utilizzato ingredienti a basso costo e accessibili a tutti, aspetto molto gradito dai giudici e che evidenzia come questo tema, che fino a poco tempo fa non veniva considerato tra i pilastri della sostenibilità, sia oggi molto rilevante.

Oltre a questo indicatore diversi chef hanno saputo utilizzare al meglio parti di materie prime che la maggior parte di noi considera scarti, emblematico a questo proposito il piatto di Simona Fattori intitolato “farro risottato con crema di patate e gambi di broccoli” in cui la chef ha saputo coniugare in maniera perfetta la sostenibilità degli ingredienti con il risultato finale del piatto.

Questo concorso è sicuramente un ottimo ed efficace canale per far conoscere a noi consumatori, ma anche a tutti quelli che lavorano nelle varie fasi della filiera agro alimentare, come sia possibile in modo semplice valorizzare i prodotti di cui disponiamo. 

È anche attraverso questi progetti che il consumatore può imparare e mettere in pratica, nella vita di tutti i giorni, un nuovo modo di acquistare prodotti e cucinarli secondo i principi di sostenibilità.

di Anna Gallinari

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